Pablo Larraín riporta in vita Maria Callas con Angelina Jolie

Dopo Jackie e Spencer, il regista cileno ritrae la Diva per eccellenza nel suo ultimo film, con una straordinaria Angelina Jolie. Nonostante una narrazione distaccata, il film è travolto dall’emozione della storia di Maria Callas, lasciando un segno indelebile sul pubblico.

Pablo Larrain prosegue la sua serie di ritratti di donne. A Jackie del 2016, su Jacqueline, prima Kennedy poi Onassis, interpretata da Nathalie Portman, e a Spencer, del 2021 con Kristen Stewart nei panni di Lady Diana, quest’anno ha portato sullo schermo la Diva per eccellenza: Maria Callas, impersonata da Angelina Jolie.
 
Il film mette in risalto il prezioso lavoro di fotografia realizzato da uno dei maestri del settore Edward Lachman che ha ricostruito con il viso di Angelina Jolie momenti della vita della Diva.
 
La storia parte dal ritrovamento del corpo della Callas nella sua casa di Parigi dove si era ritirata in compagnia del maggiordomo, interpretato da Pierfrancesco Favino, e della cameriera, interpretata da Alba Rohrwacher.
 
Mostrando l’ultima settimana di vita, attraverso continui riferimenti e ricordi ne ripercorre la carriera sin dall’inizio nella Atene occupata, quando la madre faceva esibire lei e la sorella per gli occupanti nazisti, alla strepitosa carriera che le valse la definizione di Diva.
 
 Non viene tralasciata la vita privata dal matrimonio con Giovanni Battista Meneghini, lasciato poi per la lunga relazione con Aristotele Onassis.
 
C’è anche spazio per il gossip su un presunto incontro tra questi e la futura moglie Jacqueline, quando lei era ancora first lady.
 
La scelta di far interpretare la Diva a Angelina Jolie spiazza notevolmente gli spettatori dal punto di vista estetico, tutto a favore della star americana.
 
Però quando entra in campo la Voce della Diva, anche se la Jolie le presta il volto, non c’è più discussione.
 
La commozione che ha attraversato il pubblico in sala è stata palpabile. Larrain  prova a tenere un registro narrativo distante per portare sullo schermo una storia oggettiva ma è sopraffatto dal racconto e finisce per schierarsi dalla parte della Callas, giustificando i suoi eccessi nell’uso dei farmaci, che lei assumeva  nella speranza di poter recuperare le capacità artistiche del passato ma, soprattutto, per contrastare i fantasmi del suo passato che le facevano visita di notte.
 
Inoltre Larrain non riesce a valorizzare le capacità artistiche di Favino e della Rohrwacher, relegandoli a performance limitate. Per fortuna l’amore per la Diva può continuare ad alimentarsi con le sue esibizioni registrate. (Alfredo Salomone)