Iddu ultimo film italiano in Concorso:Grassadonia e Piazza elaborano un episodio della latitanza di Matteo Messina Denaro

 

Già nelle loro precedenti esperienze registiche, Grassadonia e Piazza avevano messo al centro delle loro opere la mafia. In Salvo, premiato a Cannes nel 2013 con il Grand Prix de la Semaine de la Critique il protagonista era un killer mafioso che si innamora della sua vittima.

In Sicilian Ghost Story, film d’apertura della Semaine nel 2017 parlano della vicenda della sparizione di Giuseppe Di Matteo, vittima di una vendetta trasversale nei confronti del padre pentito.

Nella loro prima volta a Venezia con Iddu portano sullo schermo un episodio della lunga latitanza dell’ultimo boss Matteo Messina Denaro.

All’inizio del film gli autori dichiarano che  La realtà sia un punto di partenza, non una destinazione, nello spazio tra realtà e finzione, inquadrato da una lente del grottesco, tipicamente siciliana, tralasciando alcuna scelta di campo sul delicato tema della veridicità o meno della trattativa Stato Mafia. Il film mette in risalto la solitudine del boss quasi prigioniero nel suo rifugio, in compagnia dell’unico tramite con il mondo esterno Lucia Russo, interpretata da Barbora Bobulova, che distribuisce gli ordini attraverso i pizzini.

 Matteo è solo con i fantasmi del passato, di suo padre e di coloro che sono morti per mano sua. Quasi un pupo, come il prezioso antico puttino che la sua famiglia si è tramandata per anni, passandolo di padre in figlio.

I due autori, Grassadonia e Piazza, non si adagiano su un racconto cronachistico degli avvenimenti che videro i servizi segreti utilizzare un ex politico, Catello Palumbo, appena uscito dal carcere, per cercare di individuare il latitante, ma portano sullo schermo un racconto intertestuale tra la scrittura delle lettere, immagini e voci fuori campo che descrive contraddizioni ed ambiguità di un territorio che finisce per essere specchio del Paese.

 Il coinvolgimento di due grandi interpreti come Toni Servillo, nei panni dell’ex amministratore Catello Palumbo, e Elio Germano, nei panni di Iddu, dà forza all’opera ma a volte ne è anche il limite quando la recitazione prende il sopravvento.